Presentazione del libro “Teatro Studio Krypton” di Simone Nebbia

kripton_jpg_w202_hCome è noto, prima di scrivere un libro non si ipotizza mai di saperlo fare. Si dispone di una fiducia di committenza, di uno spazio di conoscenza pregressa in cui far risuonare conoscenze da venire, di un taccuino in cui annotare domande che un confronto andrà ad esplicitare. La scrittura ne è un naturale proseguimento, una protesi del pensiero critico attorno a un’esperienza artistica da altri vissuta. Ecco allora che l’opportunità per un critico di trent’anni circa, che ha potuto toccare con mano una percentuale minima del teatro anche della storia recente proprio per la natura volatile della materia, non poteva che essere un affondo d’esperienza diretta di pregressi accadimenti artistici. Come un miracolo, dunque, tracciare linee di un percorso che non può non dirsi ignoto. L’esperimento cui sono stato chiamato da Giancarlo Cauteruccio per questo non-anniversario a cifra tonda è allora doppiamente interessante: da un lato chiama al confronto con una generazione coeva alla propria arte, decretando la prossimità fra trent’anni di teatro e trenta di esistenza, dall’altro lato induce quella stessa generazione a fare uno sforzo di ricerca, affiancando con la propria scrittura la testimonianza di un’epoca non vissuta. Eppure è stato chiaro fin da subito che non fosse necessario storicizzare, giacché sarebbe parso vacuo e quasi usurpatorio da parte di chi non c’era e in nessun modo avrebbe potuto fingerlo. Unica via sarebbe stato allora rintracciare semi lasciati sui terreni di testimonianze trentennali e cercare di farli germogliare oggi, durante il trentesimo anno, quello vissuto fianco a fianco in ogni appuntamento in cui poter assistere al teatro di Krypton, mai dimentico della contemporaneità, mai davvero chiuso in categorie che rifugge e capace di disintegrare le forme perché deflagrassero i contenuti, come per l’innovazione storica del laser e delle tecnologie digitali, come fu il ritorno alla parola sofferta di una sofferta scelta, come sempre è il mestiere – e il mistero – dell’arte scenica.

Relativo alla presentazione del libro “TEATRO STUDIO KRYPTON – Trent’anni di solitudine”  del 2 febbraio 2014. Per informazioni vai su culturaroma.

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